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freddy mercury, miscellanea musicale, musica 1900 2005, musica rock e metal, queen, recensioni musicali, risposte a mail
PERCHE’ NON PARLO MAI DEL CARO FREDDY?
Ricevo una mail che mi chiede una piccola riflessione su Freddy Mercury.
Non è la prima che ricevo, ma ho sempre cercato di rispondere evadendo alla domanda, per cause totalmente personali.
Questa volta invece qualcosina è uscito. Un discorso pressochè incoerente, di basso profilo e tecnicamente nullo. Me ne scuso fin d’ora. Ma prevengo eventuali domande future spiegando(mi) i motivi che mi spingono a non riuscire a trattare l’argomento con sufficente tranquillità.
Nulla che meriti alcuna analisi psicologica o psicanalitica. Anzi, probabilmente è solo pigrizia mia a voler intraprendere un cammino di riscoperta di una età che non mi convince.
Tant’è, comunque questa è stata la mia risposta, rimaneggiata all’uopo.
"Freddy Mercury è praticamente un’icona. Un’icona intoccabile e non posso certo permettermi di farlo, sia per le poche competenze in ambito storiografico, sia per il mio passato…
Stai infatti parlando con un ex fans dei Queen. A 14/15 anni possedevo tutti gli album e non passava giorno che in casa mia questi non girassero sullo stereo a random.
Sempre e comunque: da mattina a sera!
Quando Mercury morì ricordo di aver passato tre ore di fila ad ascoltarmi Barcelona (l’album), continuamente.
Poi, Deo Gratia, tutto è passato e ho cominciato ad aprirmi ad altri stili, ad altre emissioni, ad altre mode musicali, se permetti anche di ben altro spessore.
Questo per dire che oggi giorno i Queen NON LI SOPPORTO PIU’! E’ un mio limite, probabilmente mi ricordano un momento apatico della mia giovinezza, un momento in cui mi sentivo una banderuola al vento, un momento in cui quel che mi piaceva era per influenze esterne, non per pensieri approfonditi e raggiunti. Un momento insomma che la mia pigrizia mentale tende a non voler ricordare.
Di preciso quindi non posso (voglio?) spiegarmelo; fatto sta che ora non posso ascoltarli senza provare disagio e questo, si capisce, si ripercuoterebbe in una eventuale analisi psuedo-oggettiva della musica e del cantato.
Mercury è il cantante dei Queen.
I Queen erano lui (innegabile!) ergo non posso sentire Freddy senza provare disagio.
Bingo.
Posso tentare comunque di eliminare questa emotività e dire quindi che tecnicamente il nostro Freddy aveva splendido falsetto (ascoltate i primi album o canzoni come Love of my life), ottimo utilizzo della voce detta "di testa" (i Re di the show must go on, i SI strazianti di How can i go on), un timbro molto particolare (ed è quello che lo rende inconfondibile) e, naturalmente, un carisma assolutamente immenso (intenso).
Quando cantava aveva qualcosa da dire, naturalmente all’inizio della carriera, ma soprattutto verso la fine.
Innegabile che lui e il suo gruppo abbiano segnato un’epoca e un nuovo modo di scrivere e cantare canzoni. Ma era un momento di grandi sconvolgimenti musicali e non si può dire che i Queen facessero "moda", quanto invece che il loro "potere" era tale che potevano cavalcare una moda che stava nascendo e renderla solida. E’ un tratto importante questo della loro produzione e, ahimé, forse il tratto meno geniale musicalmente parlando. Un tratto assolutamente fondamentale, soprattutto oggi giorno, ma che io non riesco a considerare Artistico, quanto Artigianale. I Queen mi sembrano ora quindi una splendida industria d’intrattenimento, d’alta classe artigianale e con qualche sprazzo artistico, talmente alto che sprizza nonostante tutto.
E mi pare la descrizione di Madonna…
In questo erano intelligenti, ma perchè si sapevano circodare delle persone giuste. O forse le persone giuste sapevano circondarsi dei Queen. Non dimentico insomma che dietro band simili esistono persone che sanno fare il loro lavoro, o pensate che capolavori sonori come Bohemian Rapsody non nascondano elementi necessari come il sig. Roy Thomas Baker?
Ma lasciamo le ovvietà (da non dimenticare mai!) e torniamo al gruppo. Hanno prodotto parecchi album, alcuni dei quali sono e resteranno autentici classici, come hanno prodotto momenti di rara oscenità acustica (soprattutto negli album solisti dei componenti della band).
Ma sempre lavori "importanti", che meritano un ascolto attento. Raramente non hanno avuto nulla da dire e per lo meno in quei momenti sono stati onesti, scrivendo canzoni scialbe e che "nulla dicevano".
Per assurdo l’album che ora posso sentire senza molto disagio resta "Innuendo", forse il loro album meno onesto in quanto overprodotto da geni della produzione artistica.
Un album poi talmente frastagliato, rarefatto, sfaccettato da rendersi quasi improponibile per qualsiasi gruppo a caccia del proprio sound, tranne che naturalmente per i Queen.
Un capolavoro, a mio avviso, di pop d’alta classe, dove Mercury svetta e fa scuola. Insegna ad ogni strofa su cosa significa aprire la bocca e comunicare. Falsetti, falsettoni, parlati, risate, urla, strepitii… in quell’album c’è di tutto e quando c’è è nel posto giusto!
Non un sospiro è fuori luogo, non un "ehi!" è improvvisato, non un urlo, non un pianto.
Tutto costruito, tutto perfettamente, meravigliosamente, miracolosamente costruito. E l’ascolto è lineare: illude ad un’impossibile onestà artistica. Quell’album è a mio avviso il più straordinario esempio di cosa significava ai tempi (anzi da sempre) produrre un project studio di classe immane.
Non mi resta poi che fare un inchino ai fonici, ai tecnici, ai musicisti, agli artisti che hanno lavorato per quell’album. Prendete ad esempio l’uso della compressione sulle voci: ai limiti dell’inudibile che pure c’è ed esalta i vari metodi vocali di Mercury, EQ stratosferiche dove la voce sembra volare nell’aria, giungere all’ascoltatore dall’infinito (and beyond), uso dei plate che ti abbraccia e non soffoca dizione e piani sonori.
Un gran modo di andarsene, anche da un punto di vista professionale, è innegabile.
Insomma: volevo parlare di Mercury, sono finito a parlare di produzione artistica, di Pop, di artigianato e di arte. E’ inutile, temo non potrò mai fare un’analisi (s)oggettiva di una figura simile e del gruppo ad essa legato.
Una figura tanto grande nella mente di molte persone e tanto scomoda nella mia, probabilmente per fattori totalmente estranei alla stessa.
Naturalmente potete immaginare quanto questo mi dispiaccia.
Comunque per concludere in modo secco e spero non troppo polemico oso dire questo: Mercury è un tecnico d’altissima classe con carisma da vendere.
Ma il genio sta da altre parti.
idiotaignorante ha detto:
Finalmente uno che non sopporta i Queen! Credevo ormai di essere solo. Personalmente trovo belli (ma mai davvero straordinari) i dischi fino al Live Killers, pessimi tutti i successivi. Naturalmente, grande Mercury, come voce e personaggio, ma li considero uno gruppo troooooooooooppo sopravvalutato.
Ciao!
utente anonimo ha detto:
Perfettamente d’accordo… grande voce, ma consistenza musicale praticamente nulla. Noiosi e sopravvalutatissimi.
utente anonimo ha detto:
Fatto bene a pubblicare. Oltre a disturbarti la mia mail è servita a farti pubblicare questa interessantissima bustina… ^^
Un caro saluto
Jacopo
utente anonimo ha detto:
io ho fatto un percorso inverso al tuo: li ho snobbati alla grande per molto tempo, poi qualche hanno fa ho cominciato ad ascoltarli con vivo interesse. Gli album che riesco ad ascoltare (e mi piacciono pure) sono Jazz (il mio preferito), a night at opera e l’intramontabile Innuendo (che purtroppo contiene uno dei pezzi più vomitevoli della storia “delilah”)
Diciamo che non mi esaltano ma sono un ascolto piacevole.
Sono d’accordo con tutto quello che hai detto, sia sulla band sia su Mercury, hai però colpevolmente omesso una cosa fondamentale…. cioè non capisco… come hai fatto a non parlare del CRUNCH DI BRIAN MAY!!!!!!!
senza di lui, nessun disco dei queen sarebbe mai entrato in casa mia ^_^
demian
latendarossa ha detto:
Ecco, me lo stavo chiedendo anch’io, e da tempo: come mai non parla mai di Freddy Mercury? 🙂
Battute a parte, ho letto con molto interesse il post, e non sono un loro fan: al massimo conoscerò 2-3 loro canzoni, ovviamente quelle più celebri, che conoscono tutti…
Jegervoice ha detto:
Bellissima questa tua analisi. Anche se mi dispiace che tu abbia sempre un approccio così tecnico alle cose…dev’essere una battaglia interiore non da poco!
Ma il genio non può anche nascondersi nell’interpretazione esatta di ciò che un altro genio accanto a te ti detta?
Jegervoice ha detto:
…chiedo scusa per il ”te ti”.
utente anonimo ha detto:
Ciao, sono Alessandro Pascale,
ti scrivo perchè sto cercando recensori per un nuovo sito di cinema, http://www.storiadeifilm.it, che si pone come “cuginetto” di storiadellamusica.it, webzine musicale con cui nel giro di un paio d’anni siamo arrivati a 2000 visite giornaliere.
Di qui abbiamo pensato di esportare il modello in ambito cinefilo, con alcune cosine succose (tipo trailer sparsi un pò dappertutto) e la possibilità di avere collegamenti tra film e cose così.
Sto cercando gente che ci scriva avendo iniziato da poco più di una settimana (già 200 visite al primo giorno).
Per questo mi chiedevo se tu fossi interessato ad una collaborazione anche solo parziale, nella massima libertà possibile… Personalmente non impongo nè scadenze nè date, nè registri fissi di stile. Anche per la scelta dei film da recensire massima libertà, preferenza alle ultime novità ma possibilità di fare film “classici” e monografie.
io cmq personalmente pensavo ad uno stile a metà tra la recensione seria e il formato blog, una cosa insomma che puntasse a essere leggibile, divertente, competente ma non saccente e pedante.
Beh insomma lo spunto l’ho buttato, fammi sapere se può interessare alla mia mail: peasyfloyd@hotmail.com
Ciao!
utente anonimo ha detto:
La musica oltre che con il cervello si può ascoltare anche con l’anima. Apprezzo i Queen per la loro tecnica e perchè no? Anche per la loro capacità di “confezionare” ottime canzoni che possono piacere anche a chi non analizza tutto quanto con aristocratico snobismo.
Amo i Queen e Freddie Mercury per le emozioni che provo quando ascolto le loro canzoni.
utente anonimo ha detto:
Sai cosa?
la tua analisi è perfetta.
ma.
c’è un ma, e sarò veloce e schematico.
i pezzi, per quanto poi diventati un prodotto, andavano scritti…composti ed interpretati…
certo, se ascolto radio ga ga mi viene un attacco di orchite fulminante, o pattonate atroci di quella risma, ma dannazione qualche brivido non può non partirti con alcuni pezzi di jazz o a night of the opera…
poi, chiaro se ti sono venuti a noia, ormai sei preda del cosiddetto “effettoeagles” ascolti 15k di volte hotel california poi pensi che faccia cagare…è normale.
la musica è a quel livello di popolarità un prodotto, e allora?
siamo noi che ne facciamo arte con le nostre orecchie, mica i produttori 😉
oh, se poi ne hai la nausea, ti capisco, spesso fanno quell’effetto anche a me alcuni gruppi, e allora è giusto farli raffreddare un po’ 😉
però non mi sentirei di catalogare i due dischi di cui sopra come un semplice e ruffiano prodotto. (mentre lo sono i pessimi remix e tracce addizionali che troviamo nelle seppur buone ristampe).
ciao bello!
PS a proposito di prodotti: STO DISCO DEI MINSTREEEEEL?!?!
BASTA CINCISCHIARE, VOGLIO SENTIRLO TUTTOOOO
ci si vede ad ardesio
utente anonimo ha detto:
è vero Fred aveva carisma e tecnica. Il genio non era musicale in sanso oggettivo, ma era l'uomo- artista.. fred era come un direttore d'orchestra sul palco; non suona ma dirige… in fondo essere un soggetto come Freddie Mercury significa essere prima di tutto un artista in senso ampio e lui lo era. Ho avuto modo di vederlo per soli 17 minuti a Barcellona alla fine degli anni Ottanta.. non ero un fan all'epoca ma solo a vederlo parlare e camminare con i giornalisti e lo staff ho avvertito una sensazione di trascinamento. Freddie era un grande front.man.Poi le cose personali devono superare le critiche: anche io odio Picasso ma non posso fare a meno di citarlo ogni volta che scrivo un saggio di storia dell'arte.Perdona il mio italiano sono spagnolo..Alfonso
utente anonimo ha detto:
Ciao Alfonso, grazie del passaggio sul blog e del commento davvero ben scritto: complimenti!Hai ragione sulla straordinaria qualità di frontman di freddie, nulla da eccepire e vorrei vedere. In realtà volevo solo chiosare la tua chiusura sul ruolo del critico. Hai ragione, ma io non voglio assolutamente essere scambiato per un critico, soprattutto oggi che voglio percorrere strade artistiche mie. La mia visone della critica muta, come sono mutato io in questi anni. Ora la vedo così per capirci. PER ORA chiaramente.Le schede le lascio perché vedo da shinystat che sono lette spesso e volentieri e inoltre contengono parecchie informazioni puramente tecniche, che possono sempre servire o incuriosire. Ora come ora però non mi metterei a fare le pulci ad altri cantanti (e si vede da questo blog). Mi è servito, è servito anche ad altri (meglio), ma ora ho altre strade da percorrere.Per parafrasarti: posso anche odiare Picasso, ma se MI SERVONO per un mio progetto delle sue visioni/conclusioni/lesioni/malattie/alienazioni le uso senza remore. Vampiro 'till the end. ;)Naturalmente resto sempre aperto a parlare o discutere al riguardo!Grazie ancora Alfonso e a presto!yoursMAURO
utente anonimo ha detto:
CIAO , BELL' ARTICOLO,
SEGUO I QUEEN FIN DA PICCOLO…CONCORDO SU TUTTO , MI RENDO CONTO CHE CERTE TENDENZE LE ABBIANO CAVALCATE.
COME BAND HANNO SEMPRE AVUTO UN MARCHIO DI FABBRICA INCONFONDIBILE , PERSONALIZZANDO QUALUNQUE PEZZO POTESSE RICORDARE UN SUONO ALLA MODA ( ANOTHER ONE BITES THE DUST="GOOD TIMES" LE CHIC – FUNK) . . LA LORO CAPACITA' ERA PROPRIO QUELLA DI ESSERE COINVOLGENTI, A CONTI FATTI , ANCHE SU UN PRODOTTO MATERIALE COME UN DISCO , E NON BASTA IL PRODUTTORE , LA CAPACITA' DI EMOZIONARE IN UNA MANIERA QUASI INFANTILE , ANCORA ADESSO :E' DONO DI GRANDI ARTISTI . EMOZIONARE.. ARTIGIANI DELL'EMOZIONE. IN QUESTO ERANO GENIALI,
Maurizio S. ha detto:
Ecco come iniziò “i queen fanno cagare”…
kerygmatico ha detto:
…ma Innuendo è un miracolo 😉