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PERCHE’ NON PARLO MAI DEL CARO FREDDY?

Ricevo una mail che mi chiede una piccola riflessione su Freddy Mercury.
Non è la prima che ricevo, ma ho sempre cercato di rispondere evadendo alla domanda, per cause totalmente personali.
Questa volta invece qualcosina è uscito. Un discorso pressochè incoerente, di basso profilo e tecnicamente nullo. Me ne scuso fin d’ora. Ma prevengo eventuali domande future spiegando(mi) i motivi che mi spingono a non riuscire a trattare l’argomento con sufficente tranquillità.
Nulla che meriti alcuna analisi psicologica o psicanalitica. Anzi, probabilmente è solo pigrizia mia a voler intraprendere un cammino di riscoperta di una età che non mi convince.
Tant’è, comunque questa è stata la mia risposta, rimaneggiata all’uopo.

"Freddy Mercury è praticamente un’icona. Un’icona intoccabile e non posso certo permettermi di farlo, sia per le poche competenze in ambito storiografico, sia per il mio passato…
Stai infatti parlando con un ex fans dei Queen. A 14/15 anni possedevo tutti gli album e non passava giorno che in casa mia questi non girassero sullo stereo a random.
Sempre e comunque: da mattina a sera!
Quando Mercury morì ricordo di aver passato tre ore di fila ad ascoltarmi Barcelona (l’album), continuamente.
Poi, Deo Gratia, tutto è passato e ho cominciato ad aprirmi ad altri stili, ad altre emissioni, ad altre mode musicali, se permetti anche di ben altro spessore.
Questo per dire che oggi giorno i Queen NON LI SOPPORTO PIU’! E’ un mio limite, probabilmente mi ricordano un momento apatico della mia giovinezza, un momento in cui mi sentivo una banderuola al vento, un momento in cui quel che mi piaceva era per influenze esterne, non per pensieri approfonditi e raggiunti. Un momento insomma che la mia pigrizia mentale tende a non voler ricordare.
Di preciso quindi non posso (voglio?) spiegarmelo; fatto sta che ora non posso ascoltarli senza provare disagio e questo, si capisce, si ripercuoterebbe in una eventuale analisi psuedo-oggettiva della musica e del cantato.
Mercury è il cantante dei Queen.
I Queen erano lui (innegabile!) ergo non posso sentire Freddy senza provare disagio.
Bingo.

Posso tentare comunque di eliminare  questa emotività e dire quindi che tecnicamente il nostro Freddy aveva splendido falsetto (ascoltate i primi album o canzoni come Love of my life), ottimo utilizzo della voce detta "di testa" (i Re di the show must go on, i SI strazianti di How can i go on), un timbro molto particolare (ed è quello che lo rende inconfondibile) e, naturalmente, un carisma assolutamente immenso (intenso).
Quando cantava aveva qualcosa da dire, naturalmente all’inizio della carriera, ma soprattutto verso la fine.
Innegabile che lui e il suo gruppo abbiano segnato un’epoca e un nuovo modo di scrivere e cantare canzoni. Ma era un momento di grandi sconvolgimenti musicali e non si può dire che i Queen facessero "moda", quanto invece che il loro "potere" era tale che potevano cavalcare una moda che stava nascendo e renderla solida. E’ un tratto importante questo della loro produzione e, ahimé, forse il tratto meno geniale musicalmente parlando. Un tratto assolutamente fondamentale, soprattutto oggi giorno, ma che io non riesco a considerare Artistico, quanto Artigianale. I Queen mi sembrano ora quindi una splendida industria d’intrattenimento, d’alta classe artigianale e con qualche sprazzo artistico, talmente alto che sprizza nonostante tutto.
E mi pare la descrizione di Madonna
In questo erano intelligenti, ma perchè si sapevano circodare delle persone giuste. O forse le persone giuste sapevano circondarsi dei Queen. Non dimentico insomma che dietro band simili esistono persone che sanno fare il loro lavoro, o pensate che capolavori sonori come Bohemian Rapsody non nascondano elementi necessari come il sig. Roy Thomas Baker?
Ma lasciamo le ovvietà (da non dimenticare mai!) e torniamo al gruppo. Hanno prodotto parecchi album, alcuni dei quali sono e resteranno autentici classici, come hanno prodotto momenti di rara oscenità acustica (soprattutto negli album solisti dei componenti della band).
Ma sempre lavori "importanti", che meritano un ascolto attento. Raramente non hanno avuto nulla da dire e per lo meno in quei momenti sono stati onesti, scrivendo canzoni scialbe e che "nulla dicevano".
Per assurdo l’album che ora posso sentire senza molto disagio resta "Innuendo", forse il loro album meno onesto in quanto overprodotto da geni della produzione artistica.
Un album poi talmente frastagliato, rarefatto, sfaccettato da rendersi quasi improponibile per qualsiasi gruppo a caccia del proprio sound, tranne che naturalmente per i Queen.
Un capolavoro, a mio avviso, di pop d’alta classe, dove Mercury svetta e fa scuola. Insegna ad ogni strofa su cosa significa aprire la bocca e comunicare. Falsetti, falsettoni, parlati, risate, urla, strepitii… in quell’album c’è di tutto e quando c’è è nel posto giusto!
Non un sospiro è fuori luogo, non un "ehi!" è improvvisato, non un urlo, non un pianto.
Tutto costruito, tutto perfettamente, meravigliosamente, miracolosamente costruito. E l’ascolto è lineare: illude ad un’impossibile onestà artistica. Quell’album è a mio avviso il più straordinario esempio di cosa significava ai tempi (anzi da sempre) produrre un project studio di classe immane.
Non mi resta poi che fare un inchino ai fonici, ai tecnici, ai musicisti, agli artisti che hanno lavorato per quell’album. Prendete ad esempio l’uso della compressione sulle voci: ai limiti dell’inudibile che pure c’è ed esalta i vari metodi vocali di Mercury, EQ stratosferiche dove la voce sembra volare nell’aria, giungere all’ascoltatore dall’infinito (and beyond), uso dei plate che ti abbraccia e non soffoca dizione e piani sonori.
Un gran modo di andarsene, anche da un punto di vista professionale, è innegabile.

Insomma: volevo parlare di Mercury, sono finito a parlare di produzione artistica, di Pop, di artigianato e di arte. E’ inutile, temo non potrò mai fare un’analisi (s)oggettiva di una figura simile e del gruppo ad essa legato.
Una figura tanto grande nella mente di molte persone e tanto scomoda nella mia, probabilmente per fattori totalmente estranei alla stessa.

Naturalmente potete immaginare quanto questo mi dispiaccia.
Comunque per concludere in modo secco e spero non troppo polemico oso dire questo: Mercury è un tecnico d’altissima classe con carisma da vendere.
Ma il genio sta da altre parti.